Il Pallino per la Visibilità


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Altrovino, Cabernet-Merlot, Duemani.

La "lotta per la sopravvivenza" sullo scaffale, per un vino (sia nel canale horeca, sia in un supermercato, sia anche sulla tavola di un ristorante stellato), si gioca anche sulla capacità della bottiglia di essere originale. Di staccarsi dal mucchio. Di essere, quindi, notata. E' chiaro che dopo (o prima) giocano un ruolo determinante il buon nome del produttore, il vitigno, le scelte enologiche e via discorrendo (un ruolo determinante ce l'ha anche l'enotecario o il sommelier nel momento in cui, e nella modalità con cui, consigliano il vino). La scelta estetica di questa giovane azienda vinicola ha puntato sui colori: ricorda le prime mosse del genio cromatico di Missoni. E a dire il vero, anche le prove di visibilità che l'oculista sottopone ai pazienti per verificare casi di daltonismo. La sostanza, molto visibile, è che queste etichette si fanno notare. Scelte cromatiche diverse per i 4 vini in gamma e a guardare i nomi, viene confermata un certa originalità anche da quel punto di vista: Altrovino, Duemani (nome anche dell'azienda), Suisassi, Cifra. Non sono dei campioni di estro "nominativo" ma risultano brevi, efficaci, memorabili. In generale quindi ad un accurato lavoro in vigna e in cantina (l'azienda porta avanti un discorso di alta qualità, uve demeter, selezione) è seguita una attenzione per la comunicazione che lascia presagire una visione orizzontale (costruire sul medio-lungo termine), piuttosto che verticale (guadagnare subito). Una piccola critica: i testi nelle etichette non sono molto leggibili a causa della loro colorazione tenue, una scelta cromatica che preclude una perfetta fruibilità ma che si integra in un discorso di ricercata eleganza estetica.