Chi (R)Osa Vince

grafica design comunicazione branding
Osato, 
Merlot - Sangiovese - Cabernet Franc, 
La Salceta.

Un vino particolare, che nasce attraverso una lavorazione non esclusiva ma di certo non consueta, con tre vitigni di spessore, uniti insieme da una criomacerazione di alcune ore "sulle bucce". Di fatto si tratta di un rosato toscano, al quale... è stata tolta una "R", diventando così un vino "Osato". Una specie di gioco di parole che però trova riscontro nella lavorazione, nel carattere del vino e quindi diviene accettabile e soprattutto efficace in termini di comunicazione. Non fine a se stesso, insomma, come spesso accade nel naming/packaging. La "R" mancante di "Rosato" in effetti c'è, in etichetta. Fa da sfondo a tutto il resto, quasi a voler suggerire a chi non ha ancora capito di quale tipologia di vino si tratta. E a nostro parere è l'unico errore di un'etichetta attezionale, equilibrata, pulita, moderna e dai tratti semplici ma impattanti. La "R" come texture di fondo poteva anche non esserci. Il nome/gioco sarebbe arrivato lo stesso a destinazione. Forse con qualche attimo di perplessità, ma che non potrebbe servire ad altro che ad enfatizzare ulteriormente la dinamica semantico-ludica di questa idea. Una penalità anche alla leggibilità del carattere di scrittura di "Osato". Si sarebbe potuto scegliere qualcosa di più chiaro.