Vulcanici Giri di Parole in Arrivo dall'Etna

Feu d'O Rosso, Nero d'Avola e Nerello Mascalese, Gambino.

Una di quelle aziende "appoggiate" alle pendici dell'Etna e che in questi anni stanno "dicendo la loro" in termini di qualità del vino, ha generato un nome che attira l'attenzione per la sua originalità e per una certa ricercatezza nella formulazione. Che piaccia o no, perché in questi casi si entra molto nel soggettivo, sia pure valutando l'impatto oggettivo. Siamo, come già detto, alle pendici del Vulcano Siciliano che ogni tanto fa sentire la sua prorompente voce e che in passato ha fatto colare il terreno lavico così benefico per le uve di quelle parti. Il nome di questo vino, "Feu d'O", ricorda il francese "fuoco" e in particolare potrebbe alludere al "feu d'orange", insomma a quella colata di lava infuocata che ha proprio una cromaticità che va dal rosso al giallo intenso, passando per l'arancione. Ma ci accorgiamo facilmente che "Feu d'O", a parte l'omaggio alla lingua francese, ricorda anche la parola "Feudo" che soprattutto in Sicilia significa "possedimento agricolo", anche con altre accezioni legate alla storia e alla cultura contadina e latifondista della zona. Si tratta quindi di un "gioco di parole", di una proposta semantica in grado di muoversi su molti livelli, in grado quindi di trasmettere una gamma di significati e di percezioni. Criticabile forse per il riferimento al francese (ma i francesi, in Sicilia ci sono stati, storicamente) ma apprezzabile per la particolarità della formulazione e comunque per la sinergia con il territorio. Una critica più serrata va alla scelta della modalità di scrittura del nome: un corsivo che non facilita la leggibilità. Per il resto l'etichetta è pulita ed equilibrata, con una propria eleganza formale, ma senza eccessi di classicità.