Diamo la Parola al Vino

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packaging branding grafica comunicazioneBivi!, Cesanese del Piglio, Az. Agr. Elena Sinibaldi.

Far parlare il vino, normalmente significa versarlo nel bicchiere e assaggiarlo per "sentire" quello che ha da raccontare. Le papille gustative come tante orecchie. Prima di versare il vino, però, ci sono altri passaggi obbligati: lo scaffale, i consigli, la decisione di acquisto, il momento di consumo, la scelta degli abbinamenti e infine lo stappo. Per questo esistono le etichette. Che aiutano il vino a raccontarsi, prima di poterlo effettivamente bere. Insomma l'etichetta lo fa parlare. Gli dà parola. Mai come in questo caso, dove sia nel fronte-etichette, sia nel retro, vengono spese belle parole per accompagnare il nobile nettare fino alla bocca dei fortunati bevitori. Si tratta qui del vino di una piccola azienda (solo 3 ettari di vigne) che si localizza a sud-est di Roma, nella provincia di Frosinone, in quella terra che tutti conoscono come Ciociaria (la questione geografica è più complessa ma non staremo a soffermarci). Un territorio che comunque non figura tra quelli più noti, turisticamente e storicamente. Tanto per intenderci la cittadina più conosciuta di quella zona è la famosa Fiuggi, patria di una certa tipologia di acque minerali. Ancora meno noto è il vitigno in questione, il Cesanese del Piglio, ove Piglio è il nome del piccolo paese dove queste uve trovano le proprie radici, culturali e materiali. Ma veniamo all'etichetta in questione che sul fronte riporta in grande il nome del vino, "Bivi!", un eloquente invito alla mescita, diretto e simpatico, breve e immediato. Una frase, sottostante, cita niente meno che il Creatore, che avrebbe infine affermato (in forma dialettale) "Aecchi, se beve!". Piuttosto rustica l'esposizione e anche la raffigurazione di una mano con un grappolone d'uva. Ma il tutto risulta accattivante, credibile, gioviale e "generoso". Sul retro una poesia che vi invitiamo a leggere e che parla di sole, di zolle, di vento, d'amore. Non può considerarsi un esempio virtuoso di design, ma l'uso della comunicazione verbale risulta efficace e credibile. E il vino? Schietto ma elegante. Bevibilissimo. In una parola, buono.