Ma Davvero Questo Vino si Chiama "DaVero"?

marketing comunicazione branding
DaVero, Barbera Rosato,
DaVero Farms and Winery.

Il galletto in etichetta è un riferimento francese (lo usano anche quelli del Chianti Gallo Nero, però lì c'è dietro una storia), mentre lo psudo-nome di questo vino richiama echi italiani, così come la definizione del prodotto: Barbera Rosato. Cosa è successo quindi? Come giustificare la "mescolanza" di stimoli ottici e verbali che questa etichetta trasmette? DaVero è anche il nome dell'azienda e sembra proprio che si tratti di una specie di neologismo che possa risultare foneticamente italianizzante (il titolare dell'azienda è un uomo d'affari americano dal cognome anglofono). Poi: la decisione di definire i vini nella dizione italiana (Barbera, Sangiovese, Sagrantino etc... le produzioni dell'azienda coprono un totale di 7 vitigni di origine italiana) affiancandoli a parole come "rosato" in questo caso, attiene sempre al richiamare toni mediterranei, come dichiarato nelle retro-etichette dal produttore. Il galletto fa molto fattoria e forse gli americani non lo ricollegano alla Francia come è invece facile per noi. Questioni culturali: Europa e America sono due continenti che distano ormai solo poche ore di volo ma centinaia di anni di storia, e questi ultimi non si colmano velcocemente. Forse mai. In generale: etichetta che cromaticamente (otticamente) colpisce essendo dotata di una propria originalità (le striature). Nome ben chiaro su tassello nero (ma quel DaVero con una sola "v" disturba un po' noi italiani, proabilmente in Usa la prendono più alla leggera). Galletto ruspante a definire la genuinità. Insomma, in America ci provano. Ci imitano. Perché ci amano.