L'Anisoformismo della Gallina

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Eteronimo, Vino Bianco, 
Cascina San Michele (Marco Minnucci).

Ecco una interessante etichetta che offre spunti sia dal punto di vista semantico (e quanti!), sia da quello iconografico. Non è scevra da piccoli errori di impostazione, ma nel complesso offre una panoramica davvero particolare. Innanzitutto vediamo una gallina in arte moderna, contemporanea la chiamano. Una gallina ovaiola di quelle che si vedono razzolare nelle aie, realizzata al tratto con un reticolo di texture accennate a mano: quadrati, cerchi, scarabocchi, tracciati, linee, punti... la testa della gallina viene "sporcata" con dei getti di colore (in questo caso giallo, negli altri due vini dell'azienda, due versioni di Barbera d'Asti, con il verde a il fucsia). I caratteri di scrittura sono esili, forse poco leggibili, ma la "presenza artistica" della gallina compensa eventuali cali di attenzione da parte dei potenziali acquirenti che si affacciano agli scaffali. Ma veniamo al nome, molto particolare: "Eteronimo". Sembra facile, perché si potrebbe pensare al contrario di "omonimo". In realtà le cose non sono così semplici. Innanzitutto viene il sospetto che il riferimento cercato dal produttore sia nel campo della disciplinarità, infatti Treccani dice: "eteronimìa s. f. (dal gr. ἑτερωνυμία "diversità di denominazione"). In grammatica, la denominazione, mediante nomi etimologicamente diversi, di coppie naturali di oggetti o esseri animati di genere grammaticale diverso (it. fratello - sorella, lat. sus - scrofa) oppure di numero nominale diverso (io - noi). In linguistica, sinonimo di anisomorfismo". Ma si dice anche che: "...negli studi sulla traduzione, l’eteronimia è una particolare relazione di sinonimia tra sistemi linguistici diversi; in altri termini, essa corrisponde alla sinonimia nella relazione infralinguistica; per esempio, il francese arbre è considerato eteronimo dell’italiano albero". Inoltre: "Negli studi di semiologia della letteratura, l’eteronimia è il rapporto tra nomi diversi di una stessa persona (l’autore di un’opera); in questo senso, l’eteronimo va distinto dal nome fittizio assunto da qualcuno (che più propriamente dovrebbe chiamarsi pseudonimo), di cui la letteratura, le arti e lo spettacolo offrono numerosissimi esempi". In pratica un bel guazzabuglio linguistico, un enigma colto... difficile da cogliere. Nel senso che va spiegato affinché possa essere memorizzato. Resta la stranezza, che genera curiosità. E questo comunque fa sempre bene alla comunicazione.