La Mano del Destino per lo Schioppettino

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Schioppettino di Prepotto, Vigna Lenuzza.

Si nota da lontano la strana configurazione grafica di questa etichetta. L'intento è chiaro: quello di mostrare l'importanza dell'acino. Del frutto. E anche quello di sottolineare una specificità, un cura, un'attenzione, particolari. Certo questi concetti vengono evidenziati in modo abbastanza sorprendente. Ma diremmo anche in modo non divertente. Quella mano nera, artistica certo, risulta anche inquietante, sia osservata da lontano su uno scaffale, sia da vicino, sulla tavola, complice anche lo stile di elaborazione dell'immagine. Non trasmette quindi un senso di pace e di benessere, non induce alla calma. I toni nero e rosso su fondo bianco sono forti, esuberanti,
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incisivi, attenzionali. Richiamano l'attenzione ma sono, appunto, piuttosto aggressivi. La scelta di questo tipo di illustrazione caratterizza la bottiglia ma rischia di portare scompenso nella percezione delle persone "normali", cioè, ad esempio, da parte di chi non è avvezzo all'arte contemporanea o a certe raffigurazioni utopiche e atipiche di artisti smodati. La bottiglia quindi attrae, richiama la vista, con quel suo fare anacronistico. Ma è anche in netto contrasto con il racconto del vino che il produttore propone nel sito web aziendale: una narrazione tutta storia e tradizione per descrivere la bellezza e la bontà di un autoctono come lo Schioppettino di Preporro, perla del Friuli Orientale.