Nome Conservativo, Design Evolutivo.

branding comunicazione
Rovej, Vino Rosso, Enrico Druetto.

Della lettera "j", utilizzata ancora oggi nelle forme dialettali piemontesi, abbiamo già parlato. Unitamente a sottolineare la presenza della medesima in alcuni cognomi storici della regione. Ecco un altro esempio, enfatizzato dal fatto che questa azienda ha dato ai propri vini tutti nomi che contengono questa lettera. Una modalità che nel resto d'Italia porta a percezioni "esterofile". Innanzitutto serve chiarire che la pronuncia è quella di una "i" normale. E non come nelle lingue anglosassoni, a generare una specie di "g". Certo, la presenza della "j" potrebbe indurre, in chi non è piemontese di origine, qualche dubbio sulla modalità di pronuncia. Questo è un rischio reale. Ma vediamo i nomi in questione. Rovej, come spiega il produttore nel proprio sito internet, "...in piemontese, significa “rovi”. Da vigne abbandonate, avvolte dai rovi, sono state prelevate le gemme per per realizzare le attuali vigne". Nella gamma di questa azienda troviamo anche il "Morej" che in piemontese significa moro o scuro, poi abbiamo "Preja" che "...in piemontese, significa pietra. Proprio su una pietra affiorante è stata ritrovata l’ultima vite di Baratuciat da cui ho prelevato le gemme per realizzare le attuali vigne", afferma il produttore. Qualche parola anche sul design delle etichette, molto, ma molto, lineari, semplici, dirette, diciamo "senza fronzoli", quindi piuttosto spartane. Fondi colorati piatti, il nome del vino e quello del produttore sul fronte e poche righe sul retro. Estremismo di sintesi o sintesi estrema che dir si voglia. Nota di merito per quanto riguarda il carattere di scrittura. Originale, molto leggibile, moderno, gradevole.