Una Madonna Nera, in Rosso, Bianco e Moderno

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Brunello di Montalcino, Madonna Nera.

Il nome dell'azienda e il nome del vino corrispondono. Nome forte, evocativo, provocatorio. Non di invenzione pura, in quanto si riferisce al nome storico di una zona collinare dove vengono coltivate le uve di questo Brunello (Sangiovese). A dire il vero il nome storico è "la Madonna". Il suffisso "nera", aggiunto dal produttore, forse si riferisce al colore del vino. Certo aggiunge mistero, ma anche una qual "oscurità" di tipo psicologico.
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In effetti il nome si colloca in quella terra misteriosa, tra il sacro e il profano, che in un paese cattolico come l'Italia fa sempre presa del punto di vista attenzionale e percettivo. Per di più, di madonne nere non ce ne sono molte in giro per il mondo, celebre quella di Cracovia: di solito sono dipinte con pelle candida, al massimo rosea. Certo le "madonne", in Toscana soprattutto, vengono citate spesso... A parte gli scherzi siamo di fronte a una etichetta ben studiata, anche se la "presa" grafica si avvantaggia più che altro di un lettering invadente (lettere grandi e graziate). Piccoli particolari denotano uno studio accurato del packaging: la "o" di "Madonna", girata in senso orizzontale, e la parola "nera" scritta in rosso. Per il resto si percepisce molta eleganza (con il fondo nero è scontata) e ordine nell'impaginazione. Anche gli altri due vini dell'azienda si avvalgono di questo stile, presentando la scritta grande, differenziata da diverse cromìe. Ne consegue una sensazione di modernità, dinamicità, stile, con buona pace di certe etichette classiche del Brunello con cornici e stemmi di antica memoria.