Un Cannonau che Vuol Fare l’Americano


One Hundred, Bovale, Cantina (Gianluigi) Deaddis.

Originale, certo, questa etichetta che si presenta con un grande numero 1 in evidenza. Anzi, in grande evidenza. La ragione di questo nome, “One Hundred” o, se vogliamo, “1 Hundred” sembra essere la celebrazione di un’annata particolare, infatti nel sito del produttore leggiamo: “Un'annata speciale ha reso questo vino unico ed inimitabile, intensi profumi di macchia mediterranea esprimono in questa bottiglia straordinarie sensazioni”. Non è dato a sapersi l’annata in questione. Rimane il numero 1 in primo piano, in colore azzurro, a sancire anche una specie di primatismo. Il vitigno è di quelli assolutamente autoctoni, il Bovale, detto anche Muristellu, nell’idioma locale. Ma torniamo all’etichetta e alla sua grafica. Alla base del numero 1 troviamo il logo dell’azienda: delle iscrizioni rupestri tipiche dei nuraghi, simbolo di quella zone di Sardegna. Il fondo nero fornisce eleganza, i contorni in oro anche. Con il limite che queste cromìe potrebbero essere assimilate a un certo stile funerario. La capsula color granata sul collo della bottiglia stona un po’ e anche questo vezzo di utilizzare un nome in inglese, soprattutto in un discorso generale di territorialità, non si comprende fino in fondo. Ultima osservazione: il dominio internet e in generale le diciture di comunicazione recitano “Cantina Deaddis”, mentre sulla bottiglia, si legge “Cantina Gianluigi Deaddis”. Smagliature.