Giovani Baroliste Crescono
Una Coppia di Coltivatori di Cedri (e di Vigne)
Die Zederbauer, Grüner Veltliner,
Le immagini stilizzate di queste etichette sono davvero molto belle. Tracciano i confini di quel territorio creativo dove il regno del disegno diventa universo artistico. Ed è questa la loro forza propositiva. Unitamente ad una sensazione di gioia e dinamicità che queste illustrazioni sanno trasmettere subito, in prima battuta. Si tratta della stilizzazione di un uomo e una donna, riuscite particolarmente bene per sintesi grafica e cromatica. Il fautore di queste etichette è un produttore austriaco, che opera nella zona a nord-ovest di Vienna, dove le colline possono godere della vista del bel Danubio blu. Il vitigno in questione conferma: si tratta di un autoctono coltivato in modo quasi esclusivo in Austria (e in piccola parte in Alto Adige), il Grüner Veltliner. E veniamo al nome del vino che è anche il nome della “weingut”, come si dice “azienda vinicola” in lingua tedesca (11 ettari di vigneto, in regime biologico, che appartengono alla medesima famiglia dal 1854, oggi gestiti dai discendenti Franz e Barbara): scopriamo che “die Zederbauer” significa “il coltivatore di cedri” (e di conseguenza “Zederbauerin”, la coltivatrice o la moglie di tale coltivatore). Il produttore ci tiene a precisare che poste le due bottiglie una di fianco all’altra, le due figure si tengono la mano. Con un tocco di romanticismo che serve nella vita come nel marketing. Prosit!
Un Don Giovanni che Sollecita i Sensi
Un Livello Molto Alto… a Tutti i Livelli
Il Respiro del Mare che fa Bene al Vino
Campo al Mare, Blend di Bordolesi,
Di vini (o aziende vinicole) che hanno nel loro nome la parola “campo” ce ne sono a decine. Si differenziano nella “definizione” di quel campo. E’ il caso di questo Bolgheri Rosso che si definisce in etichetta “Campo al Mare”, evidentemente per una vicinanza delle vigne alla Costa Toscana. Si tratta di una linea di vini della storica Famiglia Folonari. Nota soprattutto per la propria intraprendenza in terra di Toscana, nel secolo scorso, con i noti fiaschi impagliati; oggi con una serie di proposte che spaziano dal Nord al Sud Italia per un impero enologico di vaste dimensioni. Interessante sapere che il capostipite di questa famiglia era in origine stanziato in Valtellina. Ha poi spostato l’azienda in Val Camonica e quindi a Brescia. Partendo quindi dal Nord Italia per la conquista commerciale di molte altre regioni. Tra tutti i “campi” esistenti nei nomi dei vini, questo Campo al Mare è interessante per la dicotomia che reca con sé: un campo affacciato sul mare, a ridosso delle spiagge, è motivo di curiosità e di attenzione. Certo, un campo in aperta campagna è più “normale”. Si tratta quindi di una etichetta molto semplice, con un nome in alto e sostanzialmente molta pulizia grafica. Interessante il logo, rotondo, sotto al nome, con una bella sintesi visiva tra mare, sole e cipressi, dai contorni dorati. Alla base dell’etichetta il logo della Casa Madre, due “F” contrapposte, a rappresentare in questo specifico caso, Ambrogio e Giovanni Folonari.
Massaretta, Barsaglina o Sangiovese: con il Cybo Giusto
Anche i Migliori Cru Hanno Bisogno di Marketing
Tre Tarocchi Attorno a un Pozzo (Pieno di Vino)
Il Basilisco Abita in Basilicata (quello dei Re)
Etichetta di Spessore per un Vino a Basso Costo
Cuor di Pietra, Negroamaro Riserva,
A volte anche i vini a basso costo possono vantare etichette preziose (che costano di più della media in termini di produzione). E’ il caso di questo Negroamaro Riserva venduto dalla catena Lidl a un costo che si aggira sui 4 Euro a bottiglia. Non siamo qui per parlare del vino che in ogni caso alcune recensioni in rete reputano di buona qualità. Parliamo del packaging. Nome del vino: “Cuor di Pietra”. Non esattamente una accezione positiva visto che nel gergo popolare avere il cuore di pietra significa essere duri di carattere e insensibili. Ma in questo caso crediamo si faccia riferimento alla composizione del terreno dove maturano le uve atte a produrre questo nettare salentino (Puglia). La carta è preziosa, goffrata, con un decoro in rilievo. Vengono utilizzati anche particolari in oro. La fustella (forma dell’etichetta incollata sulla bottiglia) è di quelle sinuose, cioè non lineari (quindi costa di più). In alto, sul collarino, vediamo una forma a cuore che riporta il tema decorativo di tutto il packaging, con la scritta “Italia” e l’annata di riferimento. Una chiave antica che sta per infilarsi in una serratura aggiunge mistero e preziosità. Anche la scelta dei caratteri di scrittura è felice: classici, ordinati, leggibili, valorizzanti. Nel complesso si tratta di una bella etichetta che induce all’acquisto. Cioè una di quelle che sta bene al centro della tavola. Marketing e comunicazione: anche questo serve per vendere il vino (e qualunque altro prodotto).