Belle etichette e nomi interessanti per questa linea di vini umbri sotto l’egida della poco conosciuta Doc Colli Altotiberini. La zona è quella dei dintorni di Perugia e i vini in questione sono un mix di internazionalità e regionalità, dal sito del produttore: “Macinaia, un’unione di Chardonnay e Grechetto che si presenta al gusto molto fresco, pulito, elegante e di buon corpo; il Calcinaio, prodotto da uve Sangiovese, che generano un gusto di una freschezza meravigliosa, fragrante, suadente, con una spiccata acidità, ma di una bellissima armonia gustativa; e infine Rondolino, un Cabernet Sauvignon che fa sentire i suoi muscoli e la sua elegante complessità, mantenendo magistralmente un ottimo equilibrio ed un piacevolissimo finale lungo e persistente”. Di questi nomi solo uno è di fatto nel vocabolario (al femminile): la calcinaia infatti, secondo Treccani, è la “…vasca a pareti impermeabili nella quale si spegne la calce viva per trasformarla in grassello”, oppure anche la “…vasca dove si mettono a macerare le pelli in latte di calce per conciarle”. Gli altri due nomi di questi vini sembrerebbero frutto di assonanze neologiche: “Macinaia” (dove si macina il grano?) e Rondolaio (dove nidificano le rondini?). Eleganza a sfondo scuro, con della belle illustrazioni per queste tre etichette, che si rivelano nella parte bassa. Si ispirano alla storia dei luoghi e delle conquiste territoriali in particolare, infatti: “… i Conti Salvatori entrano in possesso della Tenuta Coltavolino nel 1695. I fratelli Orazio e Giuliano Salvatori, dopo aver combattuto al fianco dell’ Imperatore Leopoldo I d’Asburgo contro gli Ottomani, ottennero, per meriti di guerra, i territori di Coltavolino e Montacutello e il titolo di Conti del Sacro Romano Impero”. Da notare il nome della Tenuta: “Coltavolino”, che si potrebbe leggere come “colle tavolino”, ma anche, ironicamente, “col tavolino”, quasi fosse una istigazione per un pic-nic in vigna.