Nonostante questo nome del vino, non si tratta di Pinot Blanc o di Pinot Gris. La spiegazione è semplice: stiamo parlando del vitigno Grenache (normalmente conosciuto come rosso, Garnacha in Spagna, Cannonau in Italia) nelle versioni Bianco e Grigio (laddove per Grigio si intende quella colorazione degli acini violacea, tipica anche del Gewürztraminer). Ed ecco che il grosso (in termini di volumi) produttore Bertrand con sede e vigneti nella Linguadoca, ha chiamato questo suo celebre rosé “Gris Blanc”. Un rosé che fa concorrenza a quelli più noti della Provenza e ancora più a destra (verso est) della Costa Azzurra. Qui siamo quasi verso il confine con la Spagna, con la Catalogna, per l’esattezza, in Linguadoca, curiosissimo nome di regione francese che nulla c’entra col bianco pennuto starnazzante. Linguadoca infatti deriva “…dalla lingua che vi si parlava, l'occitano o lingua d'oc, in contrapposizione al nord della Francia, detto anche terra della lingua d'oïl, laddove òc e oïl erano le rispettive forme per la parola ’sì’ (Wikipedia)”. Ma torniamo a questa etichetta, semplice, diretta: una sfera in alto (che contiene il nome del vino, cromaticamente definito in due parti) e un rettangolo in basso con una scritta che descrive il vino come un prodotto “puro e cristallino del Sud della Francia”. Il resto lo fa la bottiglia con il suo vetro trasparente e con il colore molto particolare del suo contenuto: né bianco, né rosa e nemmeno grigio (ci mancherebbe!), bensì “buccia di cipolla”, come direbbe qualcuno.