Nomi (e Numi) dell'Oscurità

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Sassocupo, Chianti Superiore, 
Buccia Nera.

La buccia è nera, il sasso è cupo, meno male che almeno il vino è rosso rubino. Si tratta di un Chianti Superiore Docg ed evidentemente le uve che lo compongono (Sangiovese per il 90% e Canaiolo per il 10%) crescono in un terreno sassoso e scuro. L'immagine in etichetta lo afferma. Purtroppo tutta questa oscurità nuoce: alla leggibilità del nome, in termini molto pratici, e alla percezione semantica del "sistema" nome azienda-nome prodotto, in termini di comunicazione. Vediamo i nomi nel dettaglio: "Buccia Nera" è il nome del produttore, "Sassocupo" il nome del vino. Certo, i vitigni sono responsabili del colore scuro che caratterizzerà il nettare finale (dipende logicamente dai giorni di "contatto" con le bucce), ed è pure certo che il terreno sassoso conferisce di suo una particolare "mineralità" al vino. Però il rischio, psicologico, di trasmettere una sensazione di cupezza è alto. La vite è terra ma è anche sole, antociani (scuri) ma anche luce nel bicchiere. Una solarità che è bello "sentire" anche prima di gustare il prodotto, quando si legge l'etichetta. Esteticamente l'oro e il nero portano verso codici mentali lapidari. E non solo nel giudizio che riguarda il design e le scelte che riguardano quel piccolo rettangolo di carta che è l'etichetta... che in realtà è un grande mezzo di comunicazione.