Crepe, Sangiovese di Romagna, Cà di Sopra.
Non suona bene questo nome, "Crepe". È crudo ma a dire il vero anche creativo, sotto taluni aspetti. Perché parla di terra ed è proprio dalla madre-terra che nasce molta vita. Vi nasce e vi cresce anche questo Sangiovese ravennate che dagli elementi "terreni" trae nutrimento. Questo affermano i produttori, spiegando il nome e l'etichetta nel sito web aziendale: "...crepe di argilla e calcare: le caratteristiche crepe che si formano nei nostri terreni durante il periodo estivo tradiscono la loro natura calcarea e argillosa. Essa conferisce alle uve di Sangiovese quell'insieme di sapore, forza, carattere che ci consente di ottenere il Crepe, un vino di grande personalità e suadente struttura...". Tornando all'etichetta e a ciò che comunica, possiamo dire che la "crudezza" fonetica del nome viene confermata da un "drammatico" taglio verticale che incide non solo nella "E" del nome ma anche nell'anima percettiva di chi osserva la bottiglia. Questa "ferita" però, questa incisività, diventa subito attenzionalità e originalità a scaffale. Uno "sfregio" che ha la sua ragione d'essere in termini di impatto ma anche e soprattutto come prova provante della coerenza del concetto di partenza: la terra, la sua conformazione e composizione, e "l'effetto che fa" sul prodotto finale, nel vino e nelle sue sfumature organolettiche. Spesso la forza di una comunicazione risiede nella sua coerente espressività. Equilibrio, eleganza, forza. Proprio come nel vino. Quello buono.