Barolo Chinato, Cappellano.
C’è qualcosa di più “classico” del Barolo? Nel mondo del vino, no. Per spingersi oltre, forse, è necessario produrre un “derivato” del Barolo, cioè il “chinato” che non è una riverenza, bensì una aromatizzazione con spezie di vario genere (le ricette segrete, etc etc). Ed ecco quindi la versione del Barolo Chinato di una celebre famiglia delle Langhe, i Cappellano. Tra l’altro si dice che il fondatore fosse in origine un farmacista, per cui una perfetta anticipazione di quel biochimico chiamato oggi enologo. Tornando all’etichetta in questione, possiamo vedere chiaramente che qui di classico c’è davvero tutta la bottiglia, non solo storia, tradizioni e prodotto. Fondo blu, cornice oro, in alto una stilizzazione del paese di Serralunga, con il castello, la chiese, le case, tutto regolare. Sopra al disegno stilizzato il nome del produttore e l’orgogliosa (giustamente) dicitura “casa fondata nel 1870”. Lo stile, anche dei caratteri di scrittura, è quello di una volta. Guai a discostarsi anche di poco da quello che i canonici elementi di comunicazione hanno sempre rappresentato. Siamo in Piemonte, l’America è lontana. Per fortuna. La “ditta” è di quelle che vende benissimo il proprio nome, per cui problemi commerciali zero. Fatturato, invece, a mille.