Parte così il racconto storico aziendale nel sito internet di questo grande produttore franciacortino: “La nostra storia inizia quando Anna Maria Clementi, madre di Maurizio Zanella, acquista Ca’ del Bosco, una piccola casa in collina a Erbusco, due ettari di proprietà immersi in un fitto bosco di querce e castagni”. I vini di questa nota cantina che hanno conquistato fama internazionale sono altri (in particolare le bollicine della Cuvée Prestige e del top di gamma intitolato alla celebre fondatrice). Ma qui intendiamo questa volta prendere in esame un vino meno conosciuto, uno Chardonnay in purezza che si avvale di 7 parcelle diverse, e che si chiama Selva della Tesa. Il nome, nuovo dal 2019, si riferisce al bosco che circonda il vigneto della Tesa, tra i primi, alla fine degli anni ’70, ad essere piantato, per circa mezzo ettaro di viti, collocato in una zona nascosta e protetta da un fitto bosco, vicino alla sede storica di Ca’ del Bosco. Il nome di compone di parole “nobilitanti” come altre volte abbiamo letto su etichette di vini costosi: “selva” e “tesa” sono espressioni tra il poetico e il forbito, sicuramente evocative. L’etichetta, graficamente è minimalista, molto semplice, pochi elementi, fondo scuro. Campeggia a sinistra, in colonna, il nome del vino (la lettura risulta non immediata), al centro un’asta arancio/dorata (davvero di sintesi, diciamo così), mentre in basso a destra troviamo il logo e il nome del produttore con l’indicazione del numero della bottiglia (in questo caso la n.1 perché la foto è stata presa dal sito del produttore ed è unicamente di riferimento).