Un Moscato Rosato Piuttosto Accentuato


Moskè, Moscato di Scanzo Rosato, la Cornasella.

Chiamare un Moscato “Moskè” potrebbe sembrare un’operazione semplice. E infatti lo è. Per “complicare” un po’ le cose è stata utilizzata una “k” che qui da noi fa automaticamente esotico. A Grumello del Monte però, dove viene prodotto questo vino, non c’è nulla di esotico. Forse qualche palma nei giardini. Per il resto si produce (fuori zona) il Moscato di Scanzo, che è uno dei rari passiti rossi d’Italia, nella Docg più piccola come estensione (un centinaio di ettari appena, in un territorio molto ristretto). Quindi questo rosato nulla ha da spartire con certi rosati francesi della Costa Azzurra. Se non, appunto, il nome un tantino esterofilo. Il rosa del nettare viene confermato in etichetta dalle venature fucsia di una foglia di vite, sagomata in alto, con un effetto abbastanza cosmetico. In basso, sotto al nome, scritto con un inchiostro nero in rilievo, troviamo il logo/nome del produttore: “La Cornasella” (piccola azienda con 3,5 ettari di vigneti). Si tratta di un packaging insolito per un vino, se non per la presenza della foglia di vite che fornisce una certa appartenenza. Il cromatismo acceso contribuisce a far notare la bottiglia. Soluzione sempre valida commercialmente, al di là del bene e del male.