Pare strano chiamare un vino in questo modo? Potrebbe. Ma nell’indagare i nomi è sempre bene approfondire e andare a cercare motivazioni a volte nascoste. In questo caso il produttore, Tommasi, originario della Valpolicella, ha deciso di spiegare in modo chiaro, nella scheda digitale del vino tra le schermate del sito internet, la dinamica di creazione di questo nome: “Abbiamo pensato di cambiare il nome del vigneto Rompicollo, ma quando abbiamo letto il significato, “Persona sempre pronta a gettarsi a capofitto in sfidanti iniziative o bravate…”, l’abbiamo interpretato come un portafortuna per iniziare il nostro primo progetto vitivinicolo in Toscana nel 1997. Il vigneto Rompicollo è certamente diventato l’origine di uno dei nostri migliori vini quotidiani. Rompicollo è un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon dalle vulcaniche suole di tufo nella campagna di Maremma attorno al borgo antico di Pitigliano. Un rosso rotondo e avvolgente con un bouquet irresistibile, ti trasporterà negli aromi ed emozioni della iconica campagna toscana”. Analizzano visivamente questa etichetta possiamo aggiungere che sono apprezzabili gli inchiostri in rilievo del nome della tenuta, in nero, Poggio al Tufo (a Pitigliano, sede dei vigneti, il tufo la fa da padrone geologico) e del disegno in oro (una specie di timone/rosa dei venti). In basso il logo, una T circondata da degli allori, e il nome del produttore. Il rosso (mattonato) del quadrato centrale attira l’attenzione e fa da richiamo sullo scaffale.