Sampagnino (ex Champagnino), Bianco Ancestrale, Bulli.
La strana ma comprensibile storia di come un vino “mosso” italiano ha perso il suo “accento” francese. Questo vino frizzante ottenuto da vari vitigni bianchi delle Colline Piacentine una volta si chiamava “Champagnino”. Le motivazioni sono facilmente intuibili: un piccolo Champagne… di campagna (le dolci colline che incorniciano la Pianura Padana a sud di Piacenza). Ma si sa che i francesi sono suscettibili, soprattutto quando si tratta di andare a ledere interessi elevati come quelli legati alla produzione e alla commercializzazione di Champagne. In questi casi dalle vigne saltano fuori avvocati come funghi. E allora è meglio scendere a compromessi magari andando a pescare in inflessioni dialettali locali come per “Sampagnino”. Per il resto, Bulli, questa piccola azienda piacentina (solo 10 ettari allo stato attuale) ha mantenuto inalterate tradizioni ed emozioni, con una agricoltura rispettosa dell’ambiente e niente chimica (o comunque pochissima) sui grappoli. L’etichetta si presenta all’antica, con caratteri di scrittura graziati, cornici decorative classiche, logo che richiama sensazioni di secoli passati. Ma il mondo del vino secondo gli usi e costumi del luogo è proprio quello lì. Così come fanno anche molti produttori francesi dello Champagne che prima di abbandonare certe etichette vintage ci pensano bene. E allora avanti con le bollicine del Bel Paese: onore alle tradizioni enogastronomiche del nostro lato delle Alpi. E salute!