Queste bollicine bresciane che affermano di essere “il primo Franciacorta biodinamico” sono state battezzate in un modo bizzarro, cioè facendo riferimento a una nota droga sintetica: LSD. In uso soprattutto negli anni ‘60, la Dietilamide dell’Acido Lisergico è un allucinogeno creato da Alfred Hoffmann per la farmaceutica Sandoz di Basilea. L’uso “ricreativo” prese piede molto più di quello terapeutico. Ma torniamo alla stranezza di chiamare un vino “Ellesseddì” (questa è la dicitura esatta stampata in etichetta): la psichedelica proposta, che si manifesta anche con colori molto accesi, fa riferimento alla produzione del vino con “Lieviti Solo Domestici” (da qui la giustificazione della sigla, che però viene scritta per esteso). L’alcool non dovrebbe essere considerato come una droga (o forse sì? Ultimamente le precisazioni in merito si sprecano…) ma in ogni caso il riferimento a veri stupefacenti è molto rischioso. Diciamo coraggioso, azzardato. Certo se l’intenzione è quella di farsi notare, sia a livello cromatico che semantico, questa azienda è riuscita nel proprio intento. Per la cronaca, questa “droga legalizzata” costa 33 Euro a bottiglia. Il nettare spumeggiante viene prodotto con l’85% di uve Chardonnay e con il restante 15% di uve Pinot Nero. 30 mesi di permanenza sui lieviti, zero dosage. Al centro dell’etichetta, in alto, il logo dell’azienda che sostanzialmente è un numero: 1701. Apprediamo che si tratta di una data “…che si deve proprio alla prima annata di un vino prodotto dal “Brolo”: un suggestivo vigneto domestico cinto da mura dell’XI secolo”. Quanto meno qui la “sintesi” non è chimica, ma naturale!