Grazie alla nostra amica Claudia, ottima esploratrice di etichette e di bellezza della vita in generale, scopriamo questo produttore davvero "iconografico". Le etichette non sono belle bisogna dirlo subito: ripetitive (sono tutte uguali nel simbolo in basso, cambia solo la scritta sopra di esso che spesso non è un nome ma semplicemente la definizione del vigneto/zona), sterili, enigmatiche, poco emozionanti, se non si conosce dettagliatamente la storia che le ha generate. Dunque, il produttore è francese, e opera in quella zona prestigiosa (Borgogna) dove ogni piccola parcella di vigna ha un nome, spesso altisonante (o quanto meno intrigante, come sanno fare bene i francesi del vino). Ettari spezzettati con rese molto basse che generano vini costosi. Così è, se vi piace, in quella parte di mondo enologico. Il titolare prima dell'attuale attività (iniziata attorno al 1990) ha vissuto in Egitto nella Valle del Nilo dove ha scoperto l'iconografia criptica che ha deciso di raffigurare sulla proprie etichette in Francia. È interessante leggere il "rational" che si trova nel sito del produttore, insieme ad una coinvolgente filosofia aziendale, e che riguarda i simboli dell'iconografia egizia in questione: "The symbol or “crest” of the domain of Prieuré Roch, presented on its wine labels, borrows from the wine-making hieroglyph of ancient Egypt. Before the creation of the domain in 1988, Henry Frédéric Roch had previously lived and worked in the Nile Valley, had found in the composition of this hieroglyph a true expression of the values which he intended to carry high whilst developing culture and vinification according to entirely ‘natural” methods, which were at that time “avant-garde” in Burgundy. The glyph of the two yellow “mouths” at the top, the upper representing the divine eye corresponding to the powers which are beyond us: the powers of nature, the region, the weather, all shaping the vintage, below, the human eye, the power which knows itself as being limited, which receives, acknowledges, respects and protects that which comes from the other. Below that, the three egg shapes symbolizing grapes, all different, unique, this primary material of vinification where the Burgundy vigneron selects the distinguished “millerandés”, the smallest, most concentrated berries from which the finest wines are produced. To the side, the papyrus leaf symbolizes both vegetation and the work of the scribe which records and rules human actions, which decant the movement of time. The "Roch" name adorns the base, more than just a signature, it designates those, who up to now, are responsible for these values: the team of the domain, and further, the friends who share and cherish them". Cosa dire? Chapeau per la filosofia. Perplessità per il design. Rispetto per gli antichi egizi e il loro modo di comunicare, molto di sintesi, con i geroglifici.