Geologismi che Diventano Nome

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Ciuèt, Coste della Sesia Nebbiolo, Pietro Cassina.

C'è una zona nell'Alto Piemonte (anzi, più di una) dove il Nebbiolo cresce bene e si fa valere (a livello commerciale non così tanto come il Barolo e il Barbaresco) e conoscere per la qualità dei vini che ivi si producono. A Lessona infatti pochi validi produttori (sono pochi in generale) immettono sul mercato vini di spessore. In tutti i sensi. È la terra che fa la differenza, oltre alla "nobiltà" del vitigno, il Nebbiolo, ritenuto da molti il "Re d'Italia". E dalla terra infatti prende il nome questo vino, ufficialmente della tipologia Coste della Sesia, che si chiama "Ciuèt". Ecco cosa significa questo nome, spiegato da un sito di vendita on-line di vini italiani: "the Nebbiolo grapes used for this wine are grown in an area of the vineyard that has a greater concentration of sandy-clay, also known as Ciuèt, hence the name of this wine". Si tratta di dialetto, è chiaro. Come molte volte accade, soprattutto in un Piemonte ancora molto tradizionalista, i nomi vengono "presi" dal volgo locale, da idiomi dialettali, modi di dire, proverbi e via dicendo. In questo caso il nome compensa la propria incomprensibilità al di fuori dalla zona di origine, con una brevità e una fonetica che aiutano la comunicazione. Almeno questo. Cosa dire infine del resto? L'etichetta è piuttosto elementare: parole centrate su fondo chiaro, nome ben leggibile in rosso (bene), unica concessione a un briciolo di emozione è quell'onda sotto al nome del titolare che simula, crediamo, delle colline vitate e l'opportuna citazione del "lieu-dit": Lessona. Il vino nel calice farà certo di meglio.