Ciass Negher, Marzemino e altri locali,
E’ vero, siamo agli antipodi del packaging moderno e strutturato. Però il vino è buono. Molto buono. Si tratta di un calembour infinito, si entra in un loop argomentale senza soluzione. Il prodotto è valido ma si presenta non troppo bene. Che importa, dicono in molti, dentro c’è vino buono, ed è quello che conta. Gli esteti ribattono che anche l’occhio vuole la sua parte e che presentarsi col vestito bello a volte facilita le cose in generale. Opinioni a confronto. Ma veniamo a questa etichetta. Il nome del vino è “Ciass Negher”, che in dialetto bergamasco “esprime il gradimento di un buon bicchiere di rosso locale” (dal retro etichetta scritto dal produttore). Siamo in una zona insolita per il vino: la Val Camonica. Confermato da quel “Civitas Comunnorum” (il paese di Cividate Camuno, provincia di Brescia) scritto alla base. La foto in bianco e nero è sgranata, sembra presa da vecchi archivi, in realtà è il frutto di una elaborazione di una foto attuale. Mostra vigneti, vuole “anticare” il presente per renderlo più tradizionale. Operazione discutibile. Il marchio è bello, in giallo oro, lo vediamo in alto, raffigurante, sembra, degli alfieri combattenti. Popolare ma condivisibile la frase in latino in basso: “Edamus, Bibamus, Gaudeamus”. Il produttore, Alex Belingheri, crede nell’impresa. E noi, per incoraggiarlo, non possiamo che dire “in alto i calici”!