Ebbene abbiamo saputo che “Wai” (il nome di questo vino) significa “benvenuto” in thailandese. Siamo comunque nell’Oltrepò Pavese, a Montecalvo Versiggia. Non conosciamo le ragioni della scelta di questo nome, forse, possiamo ipotizzare, al titolare di questa giovane azienda, Gianluca Cabrini, è rimasta impressa la Thailandia dopo qualche viaggio in quelle terre lontane. Il vino è un rifermentato naturale da Pinot Nero. Colore molto suadente, moderata frizzantezza. Considerato per ora un esperimento all’interno della gamma della cantina. Certo il nome sorprende, ma non per la sua capacità di comunicare, bensì perché risulta strano, insolito, indecifrabile (se non si conosce la lingua thailandese). Il croma fucsia contribuisce alla visibilità. Per il resto abbiamo una etichetta bianca, scritte in finto-a-mano (ma stampate), design centrato, bellino, elegantino ma senza picchi emozionali. L’azienda si chiama Tenuta Belvedere e presenta un complesso (troppo articolato) marchio con rami e acini stilizzati. Tornando al nome del vino: come lo possiamo pronunciare? Anche questo è un problema: “Uaii” o “Ueei” all’americana? “Vai” all’italiana? “Vu-ai”? Non si sa. L’unica certezza è il tappo a corona. No, troppo nobile “a corona”: il tappo della gazzosa, insomma.