Amaris, Magliocco, Biofattoria Sociale Marinello.
Un vino rosato vestito di azzurro-cielo. Anomalia di un packaging azzardato o nozze prelibate tra cromie d’estate? Non è necessario rispondere, ma di certo questo azzurro intenso si fa notare. Veniamo al nome del vino, innanzitutto: “Amaris” che dovrebbe essere stato “estratto” dal latino. L’Intelligenza Artificiale (ormai i vocabolari non si usano più) ci dice che: “Il significato più comune e grammaticalmente regolare di “amāris” è “tu sei amato” (forma passiva di amāre)”. Bello. Essere amati. E questo vino probabilmente, nella sua metamorfosi da germoglio a nettare, è stato molto amato dal suo produttore (e lo sarà, piacendo, a chi lo verserà nei lieti calici). Nell’etichetta, in alto la stilizzazione di un casale. E subito sotto la definizione dell’impresa, originale: Biofattoria Sociale. Il tutto si colloca quindi in un’area di percezione rurale, sincera, austera, di campagna. Amaris viene definito come “vino biologico” a conferma delle attività “naturali” dell’azienda. Peccato che il nome del vino e la sua definizione vengano scritte con un inchiostro fucsia che sul fondo azzurrone vibra a un punto tale da impedire quasi una immediata lettura. In basso la regione di provenienza (e di coltivazione e produzione) con l’orgogliosa precisazione: “Magliocco in purezza”. Vitigno tipico della Calabria subito connotabile. Etichetta semplice, lineare, che fa venire qualche dubbio sulle scelte cromatiche ma che si vende bene nel contesto in cui opera.
