Rapimenti Tattili e Organolettici nell’Isola più Greca d’Italia


Nuhar, Pinot Nero e Nero d’Avola, Tenuta Rapitalà.

Due “neri” per questo vino siciliano che ambisce ad essere internazionale. Il Nero d’Avola, tipico della Trinacria e il Pinot Nero che regna sovrano in Francia. Insieme per un’idea di vino completo e complesso. Partiamo dal nome dell’azienda, “Rapitalà”, laddove il rapimento non è criminale ma romantico. Narra di una donna rapita da un tramonto stellare e forse anche dall’amore per un cavaliere (anch’esso nero, viste le dominazioni che la Sicilia ha dovuto subire nei secoli). Ed ecco il nome del vino, “Nuhar”, nel racconto del produttore che troviamo nel sito internet nella scheda del prodotto: “Nel cuore del monte che domina la Tenuta, sono coltivati i vigneti dove selezioniamo le uve per la produzione del Nuhar, “fiore” in arabo. Questo vino nasce dall’unione di due grandi vitigni neri, il Pinot Nero, re di Borgogna, che al caldo di Sicilia risponde con colore, dolcezza e spessore improbabili altrove, e il Nero d‘Avola che in queste condizioni si arricchisce di tannino e corposità”. Molto bello il design dell’etichetta con un elemento figurativo in alto, articolato, prezioso, artistico, evocativo e storico; il nome del vino in chiaro al centro, scritte in colore violaceo in basso, che emergono bene dal contesto. Carta di tipo “tattile”. Preziosità percepita: alta. Ottimo lavoro.