Non ha attratto la nostra attenzione il nome del vino, questa volta, che pure è originale, "Navel", dal nome della vigna Navello, e sembra anche riferimento dialettale ad arnesi di lavoro. Abbiamo invece notato quell'elefante che si staglia in etichetta. Si tratta di un packaging semplice, molto lineare nella grafica con caratteri di stampa graziati, un po' vecchio stile. Ma quella sagoma di elefante si fa notare. Elefante che fino a qualche tempo fa (immagine a destra), nelle precedenti versioni, era un elefante "da battaglia" con un soldato in baldacchino sulla sua sommità. Ed ecco la spiegazione storica: nei pressi della cantina di produzione dove Andrea Cervini, il titolare dell'azienda, conduce anche un Agriturismo (a Statto, in località Poggio Superiore), ci fu una grande battaglia tra le truppe dell'Antica Roma e quelle di Cartagine comandate da Annibale, con i famosi elefanti al seguito: sulle sponde del fiume Trebbia nell'anno 218 a.C. (episodio della Seconda Guerra Punica). La battaglia ebbe in sostanza esiti positivi per Annibale, sia pure consentendo ai romani di mantenere il possesso di Piacenza, a pochi chilometri da lì. Il numero delle truppe impiegate fu impressionante, compresi i famosi elefanti che ancora oggi vengono ricordati con una statua presso uno dei ponti che attraversa il fiume Trebbia (in località Canneto). Da qui la decisione di caratterizzare l'etichetta del "Navel" e anche degli altri due vini dell'azienda (una Barbera in purezza e una Malvasia a lunga macerazione), con un elefante. Notiamo che nella nuova versione l'elefante è a sé stante, senza guerriero, e soprattutto ha la proboscide alzata. Tutt'oggi segno di virilità e di buona sorte! L'esempio che abbiamo qui riportato vuole dimostrare che anche di fronte a scelte semplici, per la grafica in etichetta, a volte basta anche solo un particolare originale, legato comunque al territorio, a fornire motivo di interesse e di peculiarità. Annibale ne sarebbe orgoglioso.