Nawàri, Pinot Nero, Duca di Salaparuta.
Gli esperti e anche i meno avvezzi sanno che il Pinot Nero, Noir, secondo i nostri cugini d'oltralpe, trova la propria espressione di vera eccellenza solo in Borgogna, regione centrale e collinare della Francia. Ma in realtà ci sono altre aree nel mondo e quindi anche in Italia dove questo vitigno riesce ad esprimersi ugualmente bene. In Sicilia, sulle pendici dell'Etna, la nota casa vinicola Duca di Salaparuta coltiva, nella vigna Vajasindi (nome locale), uve di Pinot Nero per produrre due vini: uno di questi si chiama Nawàri. Nome che attira subito l'attenzione per la sua stranezza: non sembra dialetto, non sembra italiano. E allora come succede spesso in Sicilia bisogna cercare nel mondo arabo, e infatti questo nome risulta essere la traduzione dall'arabo di "Zingaro". Il senso è che il Pinot Nero, come uno zingaro girovago, ha trovato casa anche in Sicilia, trovandosi decisamente bene, su un terreno, come quello che circonda il cratere dell'Etna, quasi interamente vulcanico. Serve aggiungere che tra le caratteristiche del Pinot Nero vi è quella di non adattarsi a tutti i terreni e a tutte le condizioni pedoclimantiche. Si trova bene sono in alcune zone. E lì stabilisce legami con l'uomo e logicamente con la natura. L'etichetta di questo vino, graficamente, è molto pulita, semplice, ma offre particolari di spicco, come il logo relativo alla Tenuta di Vajasindi (quasi una co-marca, rispetto a Duca di Salaparuta) che viene espresso da una "V" in rilievo impressa con inchiostro dorato. Così come una attenta cura e scelta dei caratteri di scrittura di tutti gli elementi verbali del fronte-etichetta. Chiarezza ed eleganza che presentano il prodotto in modo eclatante ed efficace,