Magone, Pinot Nero, Sergio Mottura.
Apprendiamo leggendo la scheda di questo vino nel sito del produttore che "Magone" è il nome del vigneto ("il più vecchio dell'azienda") dove maturano le uve del Pinot Nero laziale in esame. Ragioni storico-affettive-topografiche, quindi, hanno influito nella decisione di attribuire questo nome a questo vino. Ma vediamo cosa si trova, letteralmente, di fronte un potenziale (nuovo) acquirente: la parola magone, se non immediatamente concepita come toponimo può portare a interpretazione come "un grande mago" o piuttosto alla definizione di uno stato d'animo che comunemente viene descritto come "avere il magone". Infatti Treccani alla voce corrispondente afferma: "(dal germ. mago), region. - 1. parte dello stomaco del pollo, nella quale viene triturato il cibo, ventriglio. 2. (fig.) condizione di sofferenza psichica, che si manifesta come un peso sullo stomaco, spec. nell'espressione avere il magone." Il sito specializzato in etimo e semantica che si chiama "Una Parola al Giorno" dice: "Stomaco, specie del pollo; peso, accoramento (dal longobardo: mago gozzo.)" e aggiunge "una scena triste e stupenda di un film, o l'acme di una tragedia a teatro, o una musica sublime ci fanno venire il magone". Insomma la parola trasmette in primo luogo sensazioni legate a uno stato di malessere. Una condizione negativa che certamente il vino riuscirà, almeno in parte, ad annullare. Ma questo è un altro discorso. Graficamente l'etichetta è abbastanza anonima tranne che per la simpatica istrice, simbolo aziendale che si trova anche su tutte le altre etichette della gamma.