Fiori Francesi in Vitigno Teutonico
A Difesa delle Api, Contro l’Idiozia Generale
Il Carattere della Montagna (Dove Volano le Aquile)
Caratteri Rosé. Pinot Nero (e Traminer), Castelsimoni.
Nei pressi dell’Aquila, in località Cese di Preturo, questa piccola cantina produce, tra altri vini di tipo internazionale, un rosato a base Pinot Nero. Non è una formulazione facile da trovare in centro Italia, soprattutto considerato che questo vino fruisce anche di un piccolo tocco di Traminer Aromatico. Particolare anche la sua etichetta: in alto leggiamo quello che viene diffuso dall’azienda come una sorta di slogan, “vini di montagna”. Abituati in questo senso a pensare a vini del nord (Alpi), facendo mente locale, realizziamo che anche qui, sotto al Gran Sasso d’Italia, le montagne sono di un certo livello. Il nome dell’azienda è “Castelsimoni”, probabilmente un rimando topografico; al centro vediamo l’inequivocabile mappa altimetrica del Gran Sasso (che sale fino a 2912 metri s.l.m.). Le vigne invece, sono dichiaratamente poste a 800 metri di altitudine, meglio precisare, sicché l’etichetta potrebbe indurre qualche errore di valutazione. Il vino rientra nel disciplinare come “Rosato Terre dell’Aquila”, come giustamente indicato alla base del packaging. Il nome del vino è alquanto strano: “Caratteri Rosé”, cercando, crediamo, di comunicare la peculiarità dei vitigni che lo compongono o le caratteristiche del territorio, decisamente montano, con tutte le implicazioni che ciò comporta. Etichetta spartana, molto descrittiva, poco emozionale, abbastanza originale, del resto.
Il Rosso che è Veramente di Natale
Rosso di Natale, Blend di Rossi, Cascina Baricchi.
Potrebbe sembrare una trovata di marketing da mettere a scaffale ogni anno a dicembre… e invece. C’è molto di più dietro al nome di questo vino. Innanzitutto c’è una piccola azienda delle Langhe, che ha deciso di trattare le uve di Nebbiolo come se fossero atte a produrre Amarone. Le uve infatti vengono raccolte in vendemmia tardiva, lasciate a macerare 15 giorni e soprattutto il vino ottenuto deve affinare in botti di legno per 10 anni. Nasce un prodotto unico e particolare, che potrebbe attirare l’attenzione di chi prepara il pranzo di Natale, ma che in effetti può essere servito tutto l’anno. Dove sta il trucco? Nel fatto che il titolare dell’azienda si chiama Natale Simonetta, figlio di Giovanni, il fondatore. Natale infatti ci mette la firma autografa: la trovate nella parte sinistra dell’etichetta. 15% di festoso e corposo vino rosso che, grazie a un nome (e alla più nota festività del cristianesimo) potrebbe donare (attenzione, il costo non è dei più economici) attimi alterati di pura consapevolezza. Il packaging non è di quelli studiati da designer di grido, ma grazie al nome del vino e agli altri elementi “genuini” che lo compongono, è in grado di attirare attenzione e gratificazione. E qualcuno potrà gridare “Buono! Natale!”. Salute.
La ‘Principessa’ Giuseppina Contesa dalle Contrade
Un Vino Rosso del Sud, Senza Pentimenti
La Doppia “G” di Ruggeri (e quella Singolare di “Ruge”)
Un’Etichetta che ha i Numeri
13, Pinot Bianco, Brigl.
Questa, a quanto pare, antichissima cantina si trova nell’Alto Adige dei buoni vini (soprattutto bianchi) e in particolare sull’altopiano del Lago di Caldaro, ad Appiano, sopra Bolzano. Il simbolo e il vanto del produttore è una data: 1309, che viene enfatizzata in etichetta con un grande “13”, in oro e in rilievo (ciò avviene per tutte le etichette della gamma, qui rappresentiamo quella del Pinot Bianco). A dire il vero, ponendo attenzione, si può notare che il numero 1 è specularmente rovesciato, si tratta di un vezzo grafico difficile da notare: se si fosse deciso di “ribaltare” il numero 3, ad esempio, si poteva notare di più (ma il numero 3 come vedremo, ha un’altra funzione). Perché enfatizzare il numero 13, quasi fosse il vero nome del vino? Forse perchè porta fortuna? In ogni caso questo numero va a comporre, come detto sopra, la fatidica data (della fondazione): 1309. La parte mancante, lo 09, lo troviamo in piccolo, in alto, di fianco al numero 3. A parte tutte queste considerazioni numerologiche, si tratta di una bella etichetta. E’ stato creato un packaging attraente, attenzionale, elegante, colto. In alto un cappello dorato, sempre in rilievo, “incorona” il numero 13. Nella texture di fondo vediamo un delizioso cherubino che leggiadro si libra nell’aria. Alla base troviamo il nome della vigna dove alligna la vite delle uve di Pinot Bianco (Weissburgunder, in tedesco) che compongono al 100% questo vino. Semplice e misterioso al tempo stesso. Un buon auspicio per la buona tavola. P.S.: il numero 3 funge anche da lettera “B” per il cognome del produttore, lo si può notare sul collarino della bottiglia.
Imperatori a Tavola, con le Langhe nel Cuore
Il Merlo Furtivo delle Dolomiti Bellunesi
Un Celebre Veneziano alla Conquista della Toscana
Irripetibile, Blend di Rossi, Podere Casanova.
I toni di rosa di solito, in etichetta, vengono utilizzati per affinità, con i vini rosati. In questo caso siamo di fronte a un rosso, costituito da Sangiovese, Merlot, Petit Verdot e Cabernet. Siamo infatti indubbiamente in terra di rossi, a Montepulciano, dove Isidoro Rebatto e Susanna Ponzin, veneti, hanno acquisito una tenuta che, ironia della sorte, si chiama Podere Casanova, richiamando nomeicamente la storia e le imprese del celebre Giacomo Casanova, donnaiolo veneziano. Etichetta rosa, dicevano, molto particolare, si fa notare. Con un piglio artistico, pittorico, espone una testa femminile, forse alludendo alle scorribande del noto corteggiatore. Si tratta di un viso molto aggraziato, proprio al centro dell’elaborato. In alto troviamo il logo aziendale, un gufo, ugualmente ben disegnato, con stile minuzioso. Il nome dell’azienda lo troviamo nella parte alta del packaging, in oro e in rilievo: si fa certamente notare. Sotto al nome dell’azienda troviamo il nome del vino, “Irripetibile”, ambizioso quanto basta, e con un buon coefficiente di curiosità indotta. L’etichetta risulta gradevole, intrigante. La sua macchia di colore insolita può aiutare a rendere visibile e desiderabile questa bottiglia di vino. Il resto lo dirà il calice e il gusto degli attenti avventori.