Poco da dire su questa etichetta, a quanto sembra. Ma in realtà non è così. Dietro alla sua apparente semplicità si possono scorgere (informandosi) alcune interessanti peculiarità. Innanzitutto l’unico elemento di questo packaging che attira l’attenzione è il nome del vino, “Cybo”. Legato immediatamente alla parola in italiano, cibo. Quindi alimentazione, piatti, ricette, gusto. Ma di fatto si può scoprire che “i Cybo (detti anche Cibo) furono una nobile famiglia di origine genovese, le cui prime notizie certe risalgono al XV secolo ad Arano, cittadino e nobile genovese, che ebbe a Napoli e a Roma alti uffici e fu anche senatore romano”. Questo ci dice Wikipedia. La sede di questa piccola azienda vinicola è in effetti vicino a Genova, poco oltre i confini della Liguria con una Toscana che… sa ancora di Liguria. Quella dei Colli Apuani, nello specifico la Collina di Candia che separa Carrara da Massa. E questa è un’altra interessante particolarità: laddove c’è il marmo, la vite trova anche lì il suo nutrimento. La terza curiosità di questo vino è sicuramente il vitigno di cui è composto, la Massaretta, detta anche Barsaglina, coltivata esclusivamente in quella zona in soli 33 ettari. Alla fine gli esperti dicono che la Massaretta è assimilabile al Sangiovese: tannica, con una elevata acidità, che le consente comunque una lunga vita (in affinamento).