Il nome di questo vino, che è anche il nome dell’azienda che lo produce, riporta a diversi significati. In primo luogo quello descritto dal produttore nel proprio sito internet: “Basilisco”, in greco significa “piccolo Re”, il titolo corrispondente alla carica di governatore attribuito durante il dominio bizantino della “Basilicata” il cui toponimo significa a sua volta terra del Basileus, cioè del Re”. Infatti stiamo parlando di un vino che viene prodotto a Barile in provincia di Potenza. Ma il Basilisco è anche un animale mitologico. Ci viene in aiuto la Treccani: “Genere di Lacertilio della famiglia Iguanidi, caratterizzato dalla presenza di un rilievo cutaneo, di forma triangolare, al disopra della regione occipitale. Comprende poche specie limitate all'America tropicale; la più comune è Basiliscus Americanus Laur. Questo può raggiungere 80 cm. di lunghezza, ha il corpo alquanto compresso lateralmente, gli arti, specie i posteriori, bene sviluppati, la coda allungatissima, una cresta dorsale particolarmente elevata nei maschi, e un colorito, in generale, verde o marrone olivastro con ben distinte fasce trasversali nere sul dorso. Si trova comunemente nelle foreste lungo i fiumi del Messico e del Guatemala; sta di preferenza sui rami degli alberi che sporgono maggiormente sull'acqua, nella quale si tuffa al minimo allarme; nuota con notevole rapidità mediante movimenti degli arti anteriori e valendosi della coda a guisa di timone. La sua dieta è strettamente erbivora”. Insomma, niente carne alla mensa del Basilisco. Mentre per l’Aglianico è consigliatissimo qualche taglio bovino d’eccellenza. Veniamo all’etichetta: macchie di acquarello, tenui, diàfane, solo accennate. Il logo aziendale in basso a destra è una antica moneta d’oro. Per il resto caratteri di scrittura eleganti e formali. Bella senz’anima, parafrasando un famoso brano di Riccardo Cocciante.