Shaman 22, Campagne Rosé Brut Nature, Marguet.
Cos’è esattamente uno sciamano? Abbiamo diverse definizioni… secondo Treccani: “Sciamano (dall'ingese shaman, adattamento del tunguso (Siberia) samān, probabilmente dal pali-samana "prete buddista", attraverso il cinese sha men): individuo che, praticando la meditazione, può raggiungere stati di estasi e assumere nella comunità il ruolo di tramite con le entità soprannaturali”. Wikipedia in pratica conferma alcune di queste supposizioni: “La prima attestazione in lingua occidentale del termine schamane ("sciamano") è databile al 1698, quando il mercante di Lubecca Adam Brand lo riporta nel suo diario riguardante il viaggio compiuto tra Mosca e Pechino. Il termine "sciamano", quindi "sciamanesimo", entra nella lingua italiana nel 1838. Il termine italiano e il suo corrispettivo tedesco schamane, nonché quello inglese shaman, risultano adattamenti del russo šaman, a sua volta resa del tunguso šamān. Con ogni probabilità il termine tunguso šamān è la resa in quella lingua del sanscrito śrāmaṇa o śrāmaṇera, forse per mezzo di un possibile ricostruito cinese sha-men”. Insomma, come minimo mezzo giro del mondo . A noi piace ricordare anche il celebre e bellissimo album di Santana che porta questo nome: pubblicato nel 2002 con il contributo di diversi artisti Rap e Hip Hop. Ma torniamo al nome del vino, in questo caso uno Champagne Rosé formato per il 76% da Chardonnay e per il restante 24% da Pinot Noir: etichetta pulita, semplice, ordinata, ma dotata di originalità grazie al nome e al simbolo soprastante. Ma soprattutto per quel particolare carattere di scrittura del nome stesso che fa molto mistero, oriente, fugacità dell’essere (come delle bollicine, del resto). Il 22 invece è l’anno in cui è stato posto in vendita il vino (e si torna con i piedi per terra).