Questa piccola cooperativa formata da una decina di soci, produce una serie di vini locali (siamo in Veneto, vicino a Soave) adottando i principi della coltivazione biodinamica. I vini in gamma vengono definiti dal produttore come: “i Vini di Luce” e il tipo di agricoltura “della Luce e del Carbonio”. Di cosa si tratta? In breve ecco la descrizione che si trova nel sito internet: “I nostri vini utilizzano il Metodo Vini di Luce. L’uva ottenuta con questo Metodo è naturalmente ricca di antiossidanti che preservano il gusto e gli aromi grazie a vinificazioni naturali, con bassi dosaggi di solfiti in tutto il processo produttivo. Inoltre escludiamo l’utilizzo di lieviti che alterano i gusti e le caratteristiche aromatiche delle nostre uve, gli enzimi industriali, i chiarificanti e le filtrazioni invasive così da fornire al consumatore non solo un vino buono e piacevole, ma anche sano, vitale, biodisponibile e con tutto il gusto del territorio!”. Parliamo dell’etichetta: curioso il nome del vino, “Bolle di Magenta”, laddove si tratta proprio dell’omonima cittadina a sud di Milano, che ha dato il nome al colore stesso, il magenta appunto, una tonalità di rosa acceso, diciamo pure fucsia, che in questo caso fa da sfondo nel packaging. Il fiore rosa in etichetta, invece, non è ben definito: dobbiamo accontentarci della macchia di colore. In basso il nome del vitigno, in alto il nome del produttore e il logo. Si tratta di una stilizzazione di un pampino incastonato dentro a un acino d’uva. O almeno così sembra. In generale siamo di fronte a un buon lavoro di grafica, dotato di originalità.