Viticoltura (ed Etichette) di Montagna

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1703, Clone di Nebbiolo, 
Togni Rebaioli.

Non è bella questa etichetta. Scoscesa sì, bella è un altro conto. Ma propone diversità. Proprio come il vino che annuncia: un clone di nebbiolo, né piemontese, né valtellinese, che cresce bene sotto le pendici del Monte Altissimo, a Erbanno, presso Darfo Boario Terme, in Valle Camonica, provincia di Brescia. Il design manifesta quindi una diversità: moderna, giovane, come il produttore che fa nascere questo vino. Il tentativo (ben riuscito a sentire i giudizi positivi sul prodotto) di cambiare registro alle "vecchie" modalità, ma rispettando tradizioni e territorio. Insomma non le solite etichette e non il solito vino. Ma veniamo al nome: 1703. In questo blog si è spesso detto che le sigle e i numeri non fanno efficacia, in etichetta. Questo perché la loro memorizzazione risulta difficile. In questo caso abbiamo un numero che rappresenta qualcosa di concreto (ma va spiegato) cioè l'altimetria esatta del Monte Altissimo, il complesso roccioso che, alle spalle dei vigneti, protegge dalle correnti più fredde, pur assicurando uno scambio termico molto funzionale alla "formazione del gusto" del vino. Dicevamo prima che si tratta di un'etichetta "scoscesa", in pendenza, proprio come i vigneti. Mentre i numeri che compongono "1703" sembrano rocce sospese nel vuoto. C'è quanto meno una affinità geomorfologica. Certo il design è un po' troppo essenziale, quasi "tipografico", che poco concede alle emozioni (salviamo le scelte cromatiche dei numeri e la loro particolare disposizione). Bella la definizione "Viticoltori di Montagna" che caratterizza, è originale, dà personalità. Da rivedere l'etichetta in generale, il logo, i caratteri di stampa, l'impaginazione stessa.