Mesal, Valpolicella Superiore, Terre di Pietra.
La storia di questi nomi e di queste etichette affonda le proprie radici semantiche e cromatiche nella terra del luogo. Proprio in quella terra dove "lavora" la vite, estraendo minerali e sostanze che poi generano i grappoli e di conseguenza, per mano dell'uomo (di una donna in questo caso), il vino. Etichette semplici, ma di ottimo impatto e con dei "contenuti" di significato davvero preziosi. Prendiamo come esempio quella del "Mesal", Valpolicella "di mezzo", tra l'Amarone (che l'azienda ha chiamato Rosson) e il Valpolicella "base" che si chiama Stelar. È utile però partire dal nome dell'azienda, Terre di Pietra che è di proprietà di una donna, Laura Albertini (nel Veneto tradizionalista e ancora un po' maschilista, questa è comunque un'ottima notizia). La pietra alla quale si riferisce il nome aziendale è la famosa (molto famosa in zona, meno nel resto d'Italia) Pietra di Prun o Pietra della Lessinia (zona geografica situata prevalentemente nel veronese). Ebbene questa pietra è in realtà una formazione geologica di 72 strati, tutti con un proprio nome dialettale (quasi tutti, alcuni si ripetono, ma è interessante vedere l'elenco completo qui). Le pietre in questione vengono ancora oggi utilizzate per i tetti e per le costruzioni locali. Facile quindi immaginare a cosa si riferiscono quelle linee di colore, stratificate, presenti sulle etichette dei vini di Terre di Pietra: sono le varie lastre di pietra, che di fatto anche in natura hanno colorazioni diverse, enfatizzate cromaticamente nella grafica. E i nomi? Sono appunto i nomi dei vari strati di pietra: Stelar, Mesal, Rosson e il prossimo, nuovo, vino in arrivo nel 2016, che l'azienda chiamerà Rabiosa. In particolare "Mesal" non è nella lista dei nomi delle pietre pubblicata da Wikipedia, ma si tratta comunque di una delle inflessioni dialettali, esclusivamente locali, che indica una delle lastre "mezzane". Nomi davvero originali, forse troppo "intimi", territoriali al massimo, che spesso, in altri esempi simili, abbiamo criticato in quanto di difficile interpretazione, ma in questo caso la storia che "nascondono" è così interessante da rendere tali anche i nomi stessi. Certo va raccontata, spiegata, a chi non è del luogo. Ma questo collegamento tra la stratificazione della terra, le tradizioni locali e le qualità del vino è un argomento di quelli che fa la differenza nella splendida Italia dei micro territori e della biodiversità.