Ramìe, (Avanà, Avarengo, Chatus, Bequet, Barbera), Coutandin.
Si tratta di una di quelle rarità che non è raro trovare nel Bel Paese. Il gioco di parole ci sta perché è proprio vero che sono queste "scoperte" che fanno bella e gustosa l'Italia. Accompagnati dalla certezza che basta cercare con passione per trovare chicche di qualità quasi in ogni valle della penisola, soprattutto in quelle piuttosto sperdute (in questo caso la Val Chisone, a Sud-Ovest di Torino), lontane dai riflettori della "grande industria". Questo vino che nasce da vitigni semi-sconosciuti ai più, viene prodotto in poche unità da una famiglia di vignaioli che si tramanda tradizione e lavorazione. Interessanti i "nomi e cognomi" della vicenda: il nome del vino "Ramìe" significa, in dialetto locale, "cataste di legna", cioè quelle fascine di rami che i contadini accatastavano quando disboscavano per fare spazio alle coltivazioni. E poi (ma in maggiore evidenza sull'etichetta) "Coutandin", cognome di famiglia che foneticamente non nasconde una "vocazione" che sa di destino. Ai notabili nomi va aggiunta un'attenzione alla simpatica raffigurazione in etichetta: un corvo o gazza nera con un sole arancione sullo sfondo. Etichetta "moderna", lavorazioni e tradizioni antiche. Un ottimo sposalizio.