L'originalità delle etichette dei vini di punta dell'azienda Le Caniette non sta tanto nel design, che sia pure si presenta pulito e attraente, bensì nei nomi che sono stati attribuiti ai vini. Si tratta in pratica dei nomi dei colori che un tempo Michelangelo utilizzava per le sue opere (dipinti, affreschi) secondo quanto riferito dal biografo del grande artista, tale Ascanio Condivi, originario proprio di Ripatransone (Marche), sede della vitivinicola in oggetto. Le etichette si presentano quindi con il nome in grande su fondo monocromatico scuro. L'effetto ottico è molto evidente. La scelta del carattere votata all'eleganza grafica. I nomi, quindi, Cinabro, Nero di Vite e RossoBello, sono quelli che attorno al 1500 si utilizzavano per indicare le tinte dei pittori, spesso ottenute con intrugli di elementi naturali come foglie, radici, cortecce, rocce, terre, minerali. In particolare "Cinabro" si riferisce ad un colore che in parole attualizzate potremmo definire "vermiglio", in pratica un arancione molto vivace. Il vino in questione è un vino rosso, molto scuro, per cui non c'è collegamento diretto tra nome/colore e vino, bensì la volontà di caratterizzare i vari vini dell'azienda con dizioni distinte e iconografiche, nonché di notevole riferimento culturale e storico. Un altro vino con un nome/colore originale è il "Nero di Vite", questa volta attinente quanto meno alla pianta, vitis vinifera, che nutre i grappoli di Montepulciano e Sangiovese che finiranno in bottiglia. Si otteneva infatti carbonizzando i tralci di vite.