Campo Ciotoli, Valpolicella Ripasso,
I Campi.
I Campi.
Spesso in questo blog abbiamo innalzato inni alla semplicità: nel design e quindi nel packaging meglio togliere che aggiungere per ottenere risultati visivi e di comunicazione eccellenti. Certo c'è modo e modo di essere semplici. In questo caso, nell'esempio in causa, possiamo parlare di "eccesso di semplicità". Ma vediamo gli elementi che compongono la grafica dell'etichetta, uno a uno. L'azienda si chiama "I Campi", nome abbastanza generico e "contadino": trasmette genuinità, agricoltura, tradizione, ma non eleva il prodotto, non lo valorizza. Il nome dell'azienda, scritto in modo semplice al punto che non si può parlare di logo, viene evidenziato da un tassello, una barra colorata, nella modalità cara ad Angelo Gaja e a molti vini piemontesi che l'hanno imitata. Sotto al nome aziendale ecco una specie di marchio, logo, simbolo, anch'esso molto semplice, esile nei tratti, che raffigura un sole sulla campagna, sui campi, appunto. Sembra un disegno infantile. I tratti si percepiscono bene, si capisce cosa vuole significare, ma non aggiunge emozione e prestigio al tutto. Quindi, in ordine dall'alto in basso, il nome del vino, "Campo Ciotoli". Si comprende che la vigna alla quale ci si riferisce è formata da molti sassi, ma anche questo, la parola "ciotoli" in sé, è tutt'altro che valorizzante, se non fosse che per gli esperti la presenza di un terreno sassoso può significare maggiore espressività delle uve e quindi del vino. Quindi le menzioni di legge, Valpolicella Ripasso Superiore, etc., molto ordinate, centrate, semplici, lineari. C'è da dire che anche per gli altri vini in gamma di questa azienda viene utilizzato il medesimo schema grafico, variando solo il colore della banda in alto (ad esempio per l'Amarone, risulta a sfondo nero), variando logicamente anche il nome del vino e le menzioni da disciplinare. In sostanza: linearità, centratura, ordine e leggibilità ci sono. Manca creatività, colpo di genio, invenzione e quindi emozione. Diciamo che si tratta di una etichetta "didattica", ma non tattica e tanto meno strategica.