Ilbio, Umbria Igt Rosso, Lungarotti.
Ha un'etichetta decisamente particolare il nuovo vino, il primo biologico, di una nota cantina umbra, Lungarotti (è un Sagrantino di Montefalco in purezza ma per regolamento non si può affermare in etichetta). Particolare anche il trattamento semantico del nome che, attraverso un piccolo trucco verbale, comunica il biologico appropriandosi di un nome che di fatto è anche registrabile: "Ilbio", tutto attaccato. Nella grafica vediamo che la "b" di questo nome è evidenziata in rosso proprio per dare maggior concretezza al significato che vuole trasmettere. Al di là del nome, furbo e funzionale, notiamo che, in un design comunque pulito e ben architettato, vengono aggiunte delle scritte in corsivo, isolate in tasselli, che comunicano una serie di informazioni molto interessanti per chi vuole capire di più su questo vino. Informazioni che vengono date nel fronte etichetta, quindi, fatto piuttosto insolito nel panorama del packaging del vino in Italia. Leggiamo, tra le altre cose, "Longevità 8-10 anni" e anche "Altitudine 450 mt s.l.m." con altre note sulla tipologia del terreno dove vengono coltivate le uve, sull'affinamento e anche sul tipo di calice da utilizzare per degustare il vino in oggetto. Sullo sfondo l'immagine è un po' stereotipata: la mappa catastale del vigneto. Ma comunque ben realizzata, con l'obiettivo di trasmettere tradizione e qualità. Il tutto, insomma, ben riuscito: il falco vicino al logo aziendale fa buona guardia allo stile generale.