Maestà della Formica, Riesling.
Si tratta di uno dei nomi più strani finora incontrati in questa sequenza di post dedicati ai nomi di vini, di aziende vinicole e al packaging-design delle bottiglie. In questo caso stiamo parlando del nome/marchio aziendale che dà anche definizione a uno di più significativi vini del produttore. Un riesling coraggiosamente prodotto in Garfagnana, sulle Alpi Apuane. Tre amici, con varie esperienze enologiche ma anche agronomiche (nei frutti rossi, ad esempio) decidono di piantare da zero una vigna di Riesling in una zona, in Toscana, dove quel vitigno mai era arrivato se non episodicamente. Ma torniamo al nome in questione: si tratta del passo che fa accedere alla Versilia, scendendo verso il mare. La “Maestà”, in particolare, è una minuta costruzione in pietra che rivela immagini votivo/religiose. Ci troviamo a oltre mille metri nel comune di Careggine “tra rocce e nuvole” come recita il claim aziendale. A meno di 20 km in linea retta dal mare, su costoni marmorei dove la vigna trova mineralità e verticalità, non solo per l’altezza. In etichetta una ripresa fotografica di un particolare delle iscrizioni votive della già citata cappella votiva in spirito pagano. Il grigio della pietra non risulta molto attenzionale, ma nel complesso il nome e l’etichetta si fanno guardare, se non altro per l’originalità della proposta. Grazie a Sara Missaglia per aver “scovato” questa chicca enologica in tutti i sensi.