Ossigeno, Falanghina
Il nome di questa azienda che ha sede in Campania, a Foglianise, è in dialetto milanese: “Robb de Matt” che sarebbe “cose da pazzi”. In effetti è solo la prima delle sorprese che abbiamo piacevolmente scoperto al riguardo. Un’altra notazione curiosa è il nome di uno dei due vitigni che compongono questo orange-wine: Coda di Pecora. Abbiamo in molti già sentito e conosciuto il vitigno Coda di Volpe, ma della pecora non ci era ancora giunta notizia. Si tratta di un autoctono molto raro, riscoperto nel recente 2005, sembra proveniente in antica origine dalla Magna Grecia. L’etichetta di questo vino, sul fronte, è molto semplice: fondo nero, una scritta in bianco (il nome del vino): “Ossigeno”, e una frase in piccolo più in basso. Un nome così è da ritenersi coraggioso per un vino, laddove l’ossigeno è uno dei nemici più temibili per la qualità del prodotto stesso. La frase in piccolo (cliccare sulla foto per ingrandire) recita: “Vinificato per estirpare una tristezza apparentemente incurabile”. Sul retro, o meglio, nella parte destra dell’etichetta che gira intorno alla bottiglia continuano le sorprese: vediamo in alto il logo e nome (già citato all’inizio) dell’azienda, tre allegre facce ebbre e molto colorate e un’altra frase, “niente più che uva”, una bella promessa. Quindi le varie diciture di legge a seguire. Si tratta evidentemente di un rifermentato, tappato con il “tollino”, atto a scorrere nei gargarozzi in grande abbondanza. E sicuramente la simpatia è uno dei suoi punti di forza. Grazie a Sara Missaglia per la ricerca e la segnalazione!