I titolari di questa piccola realtà vinicola bolzanina sono Franz Gojer e la sua famiglia. L’azienda non ha un nome facile (soprattutto per chi non è altoatesino): Glögglhof. Si trova all’inizio della Valle Isarco e produce vini del territorio (St. Magdalener, Lagrein, Kerner, Vernatsch…). Tra questi troviamo un particolarissimo “vino liquoroso” a base Lagrein che ha un nome e un trattamento che possono incuriosire. Il vino si chiama “Pipa XVII” dove la numerazione dell’Antica Roma cambia secondo la botte di provenienza. Infatti ecco la spiegazione del produttore: “Il Pipa ha portato una nota stravagante nel nostro assortimento. Il nome ‘Pipa’ indica un vino liquoroso che si ispira al Porto. In Alto Adige è il primo vino che viene prodotto secondo il sistema del vino Porto con la differenza però che il Pipa nasce da uve Lagrein. È un vino da dessert, complesso e longevo, ottenuto seguendo il modello del Vintage-Ruby. Il nome ‘Pipa’ viene dalle tipiche botti in rovere in cui in Portogallo viene conservato il Porto”. Franz inoltre aggiunge: “Ho deciso di lanciarmi nella produzione di un vino Porto dopo aver intrapreso un viaggio nella regione del Douro, in Portogallo. La mia intenzione era quella di catturare, durante la fermentazione, quell’aroma di ciliegia tipico del Lagrein e conservarlo. Dopo varie sperimentazioni sono riuscito ad affinare il processo fino a raggiungere la perfezione”. Altra curiosità: l’immagine che costituisce buona parte dell’etichetta raffigura una serie di bellimbusti baffuti, tutti col proprio calice di rosso in mano. Una storia davvero particolare questa, che collega Porto con Bolzano lungo una via concettuale che ha un elemento in comune: la passione per la trasformazione dell’uva in vino, in ogni sua modalità (nonché la voglia di sperimentare e di andare oltre i luoghi comuni). Grazie a Sara Missaglia per la liquorosa segnalazione e per l’instancabile lavoro di ricerca.