Nomi di Antenati che Diventano Millesimati

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Claro, Franciacorta Millesimato, Barboglio De Gaioncelli.

Il top di gamma di questa piccola (e giovane, in tutti i sensi) cantina franciacortina prende il nome dall'ultimo componente di quella famiglia che iniziò molti anni orsono, nella medesima sede di oggi, l'attività vitivinicola: Carlo "Claro" Barboglio. Famiglia di nobili origini quella dei Barboglio De Gaioncelli, che vede l'inizio della propria storia anche imprenditoriale a Lovere, nell'alto Lago d'Iseo. I Barboglio passano dalla coltivazione e commercializzazione del mais a quella dell'uva da vino, sfruttando quel periodo di assenza di tasse, che ha dato il nome a tutta la "zona franca" del basso Lago d'Iseo: le Corti Franche (affrancate dalle tasse, appunto) da cui "Franciacorta". Insomma, anche per questioni di tassazione libera, il vino iniziò a rendere più del mais. E come amava dire Giovanni Agnelli, se produci vino con passione, male che vada, bevi bene. Torniamo al nome del vino, "Claro". Sembrerebbe un'allusione alla parlata spagnola, un riferimento quindi alla chiarezza, alla limpidezza del vino. Certo, anche quella è importante, ma la questione riguarda appunto il curioso "nickname" del nobile antenato. Cantina giovane abbiamo detto all'inizio, perché è recente la sua costituzione e perché il suo conduttore ha solo 36 anni. Si tratta di Andrea Costa che oggi le tasse le paga, come tutti in Franciacorta, ma che non rinuncia per questo a produrre un vino che si esprime più in qualità che in quantità per manifesto progetto imprenditoriale. Solo 40.000 bottiglie l'anno con il "vezzo" di raddoppiare (come minimo) il periodo di riposo sui lieviti rispetto a quanto dettato dal disciplinare. E' chiaro che gli obbiettivi sono ambizioni, e "Claro" è la punta di diamante chiamata a conquistare chi esige dalle bollicine qualcosa in più di un classico spumante.