Il nome di questo vino rosso (ma anche molto azzurro) è "Riserva degli Angeli". Tutto bene fin qui. Diciamo che "Riserva" è terminologia valorizzante, entrata nel novero delle espressioni vinicole "di spessore", anche perché in molti disciplinari evoca una tipologia superiore, quindi qualitativa. In questo caso non è espressione tecnica, da disciplinare, ma parte di un nome vero e proprio. Anche gli "Angeli" sono valorizzanti, in un paese come Enotria dove la cultura cherubina è sempre andata di pari passo con la storia del vino. Angeli che proteggono chi produce e chi beve, naturalmente. Il produttore, nel proprio sito internet precisa che questo vino è: "Dedicato agli Arcangeli Michele e Gabriele, patroni della parrocchia di Capriano del Colle, il “Riserva degli Angeli” riunisce in sé la passione per la coltivazione diretta del fondo, l’attenta selezione delle uve nel vigneto e la cura nella vinificazione; caratteristiche proprie dell’Azienda Agricola Lazzari." All'inizio di questo breve articolo l'abbiamo chiamato "vino azzurro", ed ecco infatti che passiamo a una breve analisi del design dell'etichetta: non c'è che dire, si tratta proprio di un azzurro pieno a tutto campo. Un azzurro che viene utilizzato poco nel packaging del vino in quanto ritenuto poco alimentare. E quando viene utilizzato, nella maggior parte dei casi si tratta di vini bianchi. Come se l'azzurrità possa significare (e forse lo fa) leggerezza. Questo, quindi, è un raro caso di etichetta azzurra per un vino rosso. Grafica semplice, forse fin troppo. Risolta con una cornice, il logo in alto, il nome in basso (il carattere del nome è davvero "vecchio"). E infine una illustrazione di vegetazione sullo sfondo. Detto questo, la benedizione degli Arcangeli, per il successo commerciale, è auspicabile.