Narcisus, Moscato Igt, Gravanago.
Nella sequela dei "vini blu", ultimamente di moda (passeggera, probabilmente) enumeriamo anche questo Moscato Igt della provincia di Pavia (che di cianotico ha solo l'etichetta e il vetro della bottiglia, non il suo contenuto). Il suo nome potrebbe evocare, ad onta del colore della bottiglia, letterature di pregio e riferimenti filosofici di spessore. Un primo enigma tratta dell'assenza di una "s", infatti il nome del vino è precisamente "Narcisus" e non Narcissus come dovrebbe essere il corretto riferimento, in latino, al nobile e delicato fiore dal profumo inebriante (infatti il nome del fiore deriva dal greco "narkào", cioè "stordisco"). Ma la storia più nota riguardo a "Narciso" (in greco antico Νάρκισσος, Nárkissos) è quella legata a "un personaggio della mitologia greca e cacciatore, famoso per la sua bellezza, che a seguito di una punizione divina si innamora della sua stessa immagine riflessa in uno specchio d'acqua e muore cadendo nel fiume in cui si specchiava" (da Wikipedia). E poi non dimentichiamo il celebre romanzo "Narciso e Boccadoro" di Hermann Hesse dove Narciso è "un giovane monaco diligente e contemplativo, amante della lingua greca e delle scienze". Riferimenti elevati quindi per questo nome, mentre abbiamo codici cromatici criticabili, as usual, per un azzurro poco palatale e attraente solo per una dinamica attenzionale da scaffale (fintanto che i vini azzurri rimagono radi). La foto della bottiglia che siamo riusciti a reperire non è di qualità, ma si può scorgere che il nome "Narcisus" è tracciato con un carattere molto graziato, bello ma poco leggibile in ogni caso. Tutto sommato un'etichetta pulita e graficamente equilibrata, un po' narcisista, questo sì.