Elea, Paestum Bianco Igt (Greco), San Salvatore 1988.
Non tanto il nome di questo vino ha attirato la nostra attenzione (ne parliamo comunque più avanti), piuttosto una frase alla base dell'etichetta: "Ho visto un bufalo tra le vigne ed ho bevuto vino. Ho visto un bufalo tra le vigne e lui ha visto me." Il protagonista è certamente l'animale tipico del Cilento, che in forma sintetica si staglia nella parte sinistra dell'etichetta, in modo visibile anche da lontano. Bella stilizzazione, tra l'altro. Ben eseguita. Tra l'artistico e l'iconografico moderno. Bufalo, sia ben inteso, non bufala, come si evince chiaramente dal perimetro del tratto disegnato. Anche se una delle bandiere concettuali dell'azienda è la presenza di una nutrita mandria di bufale (femmine) che producono latte per gli umani e sterco per le vigne, mettendo in atto un circolo virtuoso che fa bene all'ambiente e all'economia aziendale. Tempo fa l'azienda lanciò un concorso per dare un nome al bufalo e dopo una attenta selezione venne deciso di chiamarlo Lucky.
Ed ecco spiegata anche la speciale versione di etichetta che riportiamo qui a lato (purtroppo non si legge benissimo, ma l'abbiamo interpretata noi ingrandendola) dove la frase alla base riporta: "Touch Lucky, the lucky bull and be lucky." (per il vino Vetere, rosato da Aglianico). Storia complessa per un'etichetta semplice, graficamente concisa e piacevole, che a quanto pare, sommando tutto, punta a valorizzare le risorse e le tipicità della zona in cui opera l'azienda. Tornando al nome del vino (quello in alto), citiamo Treccani: "Elèa, antica città dellaMagna Grecia. Il riferimento va anche a Parmènide di Elea, pensatore greco (sec. 6º-5º a. C.), massimo rappresentante della scuola eleatica, legato alla teoria dell'essere unico, immobile e indivisibile, quale venne più tardi accreditata dalla speculazione platonica e dalla critica aristotelica. Insomma, ellenismi a parte (storia e cultura fanno sempre bene all'immagine del vino), ci troviamo di fronte anche a una ludicità scaramantica che non può che suscitare simpatia (e comunque se vi capita, toccatelo il bufalo, che non si sa mai).
Ed ecco spiegata anche la speciale versione di etichetta che riportiamo qui a lato (purtroppo non si legge benissimo, ma l'abbiamo interpretata noi ingrandendola) dove la frase alla base riporta: "Touch Lucky, the lucky bull and be lucky." (per il vino Vetere, rosato da Aglianico). Storia complessa per un'etichetta semplice, graficamente concisa e piacevole, che a quanto pare, sommando tutto, punta a valorizzare le risorse e le tipicità della zona in cui opera l'azienda. Tornando al nome del vino (quello in alto), citiamo Treccani: "Elèa, antica città dellaMagna Grecia. Il riferimento va anche a Parmènide di Elea, pensatore greco (sec. 6º-5º a. C.), massimo rappresentante della scuola eleatica, legato alla teoria dell'essere unico, immobile e indivisibile, quale venne più tardi accreditata dalla speculazione platonica e dalla critica aristotelica. Insomma, ellenismi a parte (storia e cultura fanno sempre bene all'immagine del vino), ci troviamo di fronte anche a una ludicità scaramantica che non può che suscitare simpatia (e comunque se vi capita, toccatelo il bufalo, che non si sa mai).