Brunello di Montalcino, Podere Sante Marie (Marino Colleoni).
Un brunello vestito d'azzurro? Eccolo qua. Come un cavaliere d'altri tempi. A discredito di ogni luogo comune che vorrebbe l'adozione di toni caldi, soprattutto per vini rossi tradizionali e d'annata, questa bottiglia indossa una livrea celestina. Si dice anche che, sempre in teoria, secondo alcuni, l'azzurro non sia un colore propriamente "alimentare". Non adatto, cioè non in grado di veicolare adeguatamente qualcosa di gastronomico, ancorché enogastronomico. Questo perché psicologicamente questo colore conduce la percezione cerebrale verso altri pianeti dell'immaginazione.
E poi è doveroso considerare anche il cromatismo che si viene a creare, una volta aperta la bottiglia e versato il vino nel bicchiere: due colori in evidente contrasto. Ma anche che i migliori matrimoni sono quelli che mettono insieme caratteri molto diversi, o no? A parte l'aspetto legato al colore, per completare l'analisi dobbiamo dire che si verifica qui una dicotomia tra il nome del Podere (Sante Marie, nome storico, toponomastico, di una zona rurale di Montalcino) e il cognome del produttore, Colleoni (poco visibile, invero). Nel senso che sulla bottiglia figura quest'ultimo, mentre nel sito internet e su altri supporti viene utilizzato Podere Sante Marie. Non c'è univocità di marchio. A onor del merito completa l'etichetta una bella stilizzazione di un leone, sullo sfondo e in evidenza in oro. Il lato positivo? Tra tutti i brunelli marroni, neri, bordò e variamente ambrati (si parla sempre di etichette) questo, a scaffale, si fa notare di sicuro.