Tanta storia, tanti popoli e di conseguenza tanti nomi in quella magica Sicilia che da millenni coltiva e produce i frutti tipici del mediterraneo: la vite e l’ulivo. Si tratta di una piccola azienda vinicola che vanta origini dal 1860. Un breve racconto, nel sito internet del produttore fa capire quante vicende si sono incrociate su quelle terre: “Il nostro bisnonno Domenico ha piantato gli ulivi. Sono passate molte stagioni da allora. Oggi siamo noi a occuparci di queste piante di ulivo e della vigna. La contrada si chiama Chinesi, un tempo abitata dai Sicani, coltivata dagli arabi, poi appartenuta alla Chiesa di Agrigento su concessione dei Normanni, infine acquistata per 800 scudi dalla nobile famiglia dei Barresi, di origine Normanna. Recenti studi farebbero risalire il nome del feudo Chinesi a una antica chiesa Bizantina della quale ormai si sono perse le tracce…”. E’ l’emozionante racconto dei fratelli Enzo e Salvatore Barbiera, che in località Alessandria della Rocca portano avanti ancora oggi l’attività di famiglia. Il nome di questo vino, un catarratto in purezza, nasce proprio dalla forma dialettale di “Alessandria”, cioè “Lisciandra”. In dialetto, Alessandria della Rocca viene detta “Lisciànnira di la Rocca” ed è chiaro il meccanismo con il quale la lingua (fisica e parlata) scivola sulle lettere che compongono il nome rendendo il tutto molto più morbido, lascivo, suadente, in perfetta assonanza con lo stile di vita di questa meravigliosa regione. In etichetta, su una texture con i temi grafici tipici dell’isola, vediamo due seriosi avi, ben abbigliati, che fanno da testimoni storici e culturali dell’impresa. Il logo e simbolo dell’azienda è una farfalla che vediamo alla base del packaging.